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Il Mondo di Andrea

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Quattro chiacchiere con Serena #1

4 Giugno 2019

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Oggi voglio inaugurare una nuova rubrica, tutta dedicata all’arte. Ogni martedì mi ritaglierò un piccolo spazio dove potervi raccontare, in modo semplice e leggero, le opere e i quadri che seleziono per le puntate di Cambio Casa Cambio Vita!
Ovviamente non sarò da solo: accanto a me ci sarà la mia fidata consulente d’arte, Serena Cassissa. Molti di voi già la conoscono e, soprattutto, conoscono la sua passione per l’arte e per il design. Attraverso il suo sguardo attento e competente, vi mostrerò i retroscena del nostro lavoro e il modo in cui scegliamo gli oggetti con cui rendiamo unica ogni casa.
Quello che voglio è condurvi per mano in questo mondo così vasto e meraviglioso, di cui spesso non si sa molto, cercando di spiegarvi cosa significa per noi l’arte e perché ci piace così tanto.
Avete visto il terzo episodio di CCCV? Per l’abitazione di Virgilio e Lilla, una frizzante coppia sulla cinquantina, Serena è andata a visitare una giovane galleria di Milano.
La prima opera di cui mi ha parlato è quella di Max Serradifalco. Abbiamo scelto di collocarla nel living dei nostri committenti.

Serena, cosa ti ha colpito di più di questo artista?

Mi immagino Max Serradifalco come un esploratore moderno che osserva la terra in lontananza, da un satellite, alla ricerca di un luogo simile a un’opera d’arte astratta. Un’opera d’arte come questa, del resto, anche se i riferimenti sono più reali di quanto si possa immaginare.
E questi cerchi, per esempio, cosa rappresentano?
Sono campi coltivati in Sudafrica, con un pozzo al centro e un raggio d’irrigazione che gira innaffiando le colture.  Trovo straordinario come l’occhio dell’artista colga questi spunti e ce li restituisca con immagini di estrema contemporaneità.
Ho subito trovato quest’opera molto adatta per la casa dei miei clienti.
Certo, non solo per i colori, ma anche per il tema del cerchio. Entrambi gli elementi si inseriscono perfettamente nel tuo progetto, richiamando le forme delle lampade a sospensione scelte, e la tinta delle pareti e degli accessori.


Questa è un’opera molto particolare, cosa mi sai dire sull’artista?
Lei è Sonia Scarabozzi, e il “punto di vista” è senz’altro il concetto più interessante del suo lavoro. Come vedi, l’opera assume sfumature differenti a seconda del punto di osservazione e quindi si trasforma nel momento in cui ci muoviamo intorno ad essa.
Un po’ come una scultura.
Esattamente.
E riguardo alla realizzazione?
Ogni pezzo è colorato singolarmente e poi assemblato agli altri, così come ogni singola nota compone una musica. È un lavoro lungo che diventa quasi un esercizio di meditazione.
L’ideale sarebbe riuscire a posizionarlo in un luogo dove si possa godere facilmente della visuale. 
Sì! Prima della sala da bagno, per esempio. In questo modo quando si entra si potrà vedere la parte rossa, mentre quando si esce quella blu.

Invece quest’opera di Alan Borguet mi sembra per la camera da letto di Virgilio e Lilla.
Anch’io ho pensato lo stesso. È l’ideale per creare contrasto con il colore “forte” della parete.
La sensazione materica inoltre è davvero singolare.
Sì, l’opera di Alan Borguet è costituita da sabbia su tela e poi ricoperta da un colore acrilico. Il lavoro è intenso e la realizzazione faticosa. Più e più strati di sabbia vengono posati su segni disegnati con la colla e ogni volta ne viene eliminato l’eccesso.
Immagino che questa scelta significherà qualcosa…
I segni costituiscono un alfabeto estetico, un linguaggio universale che crea ordine e non conflitto, armonia e non scontro, bellezza e non devastazione. La tela è il territorio su cui si realizza questo prodigio e il colore ci consente una lettura dell’opera filtrata come fosse un occhiale da sole che ci aiuta a una migliore visione in giorni assolati.

E per completare in bellezza l’arredamento cosa mi proponi?
Ho notato queste due piccole opere di Arjan Shahaj.
Anche queste le collocherei in camera da letto, che ne pensi?
Sì, bilanciano perfettamente la stanza, creando una pausa scura e ipnotica dalla visione del resto, colorato e luminoso. È un buon contrasto che rende l’insieme piacevolmente godibile e riporta verso il basso, verso la terra, verso l’uomo, verso il qui e ora. Una sensazione di volatilità che si ottiene con colori chiari e freddi, come quello delle pareti e dell’opera di Borguet.
Eppure sembrano molto essenziali…
Lo sono. L’artista si è servito solo di un foglio di carta e di una graffite, due semplici elementi che gli hanno consentito di creare delle architetture, degli spazi inesistenti costruiti con luce e ombra.