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Il Mondo di Andrea

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Scelti ad arte #1

22 Maggio 2017

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Vi presento gli artisti della prima puntata della settima stagione di Cambio Casa, Cambio Vita!

Le opere d’arte scelte per iniziare la nuova stagione sono state selezionate con molta attenzione e cura perché si inserissero in maniera armoniosa in ogni ambiente della casa di “Una terrazza su Milano”. Abbiamo scelto quattro artisti davvero molto diversi tra loro per tecnica, stile e materiali utilizzati, e il risultato è stato quello di un dialogo discreto ma dinamico tra opere d’arte e arredo. Ve li presento!
 

Giuseppe Maraniello

All’ingresso dell’appartamento ho scelto di collocare una bellissima scultura in bronzo dell’artista Giuseppe Maraniello (Napoli, 1945). Alta, sottile, di grande complessità tecnica, è un vero e proprio biglietto da visita che racconta il gusto sofisticato ma essenziale dei padroni di casa. La particolare forma della scultura permette inoltre di realizzare dei giochi di ombre a seconda di come l’opera viene illuminata.
Trasferitosi a Milano negli anni Settanta, Maraniello è uno dei grandi Maestri della scultura italiana, e può vantare una carriera lunghissima, fatta di importanti riconoscimenti ma anche di tanta ricerca e sperimentazione. Le sue opere suscitano la nostra ammirazione grazie a un’efficace somma di elementi opposti e dialettici: temi arcaici e moderni, simboli maschili e femminili, i pieni e i vuoti. Attraverso questa affascinante arte combinatoria, di sapore mediterraneo, Maraniello negli anni ha consolidato uno stile colto e riconoscibile, personale e innovativo, ma sempre legato alle proprie radici e memorie.
 
 

Giuseppe Maraniello, Doni, 1986, scultura in bronzo, cm 180x35x40
 

Giuseppe Maraniello, Ponti, 2015, tecnica mista, cm 71,5×62,5×9
 
 

Mirko Baricchi

Nel caso di “Una terrazza su Milano”, i clienti sono stati particolarmente esigenti: quindi abbiamo subito pensato all’artista Mirko Baricchi per inserire due suoi lavori nella camera da letto padronale e nella stanza del bambino. Questo perché le opere di Mirko Baricchi non invadono l’ambiente, ma indubbiamente lo arricchiscono di poesia, di sfumature e di suggestioni uniche. Nei suoi lavori, le forme sono sospese, leggere e spesso indefinite, come se galleggiassero su uno sfondo acquoso e avvolgente. I simboli utilizzati sono semplici e appena accennati.
 
 

Mirko Baricchi, Circus, 2012, tecnica mista su tela, cm 120 x 120
 
Il quadro che abbiamo collocato nella stanza del bambino è ispirato alla storia di Pinocchio, simbolo positivo di crescita e cambiamento. La figurazione voluta dall’artista non è troppo infantile né descrittiva, per cui l’opera resterà comunque adatta anche alla camera di un giovane adulto, o volendo a uno studio. La grande carta incorniciata nella camera dei genitori invece è stata posizionata a mo’ di testata del letto per dare carattere e colore alla stanza.
 

Mirko Baricchi, Arché #5, 2016, tecnica mista su cartoncino, cm 128×150
 
Dopo il diploma in restauro, Mirko Baricchi ha lavorato come grafico pubblicitario, per poi partire alla volta del Messico, un viaggio che ha segnato tutta la sua vita d’artista. Qui ha lavorato come illustratore senza mai abbandonare la sua passione per la pittura. Folgorato dall’artista sudamericano Rufino Tamayo, Baricchi ha deciso di dedicarsi esclusivamente alla propria arte figurativa, ricevendo riscontri molto positivi da parte della critica. Tornato in Italia, trasferendosi a Milano, ha intrapreso una florida carriera artistica caratterizzata da innovazioni e tematiche in evoluzione continua.
 
 

Beatrice Meoni

Due delle opere minimali e leggerissime di Beatrice Meoni sono state collocate nella zona living della casa, sopra il divano. Altre tre invece si trovano su una parete del bagno di cortesia. In entrambi gli ambienti si tratta di opere di piccolo formato, presenze discrete che invitano l’ospite ad avvicinarsi per osservare meglio, e con lentezza.
 
 

Beatrice Meoni, In attesa, 2016, olio su tavola, cm 31×42
 
Nata a Firenze nel 1960, Beatrice Meoni si è formata lavorando come pittrice di scena con compagnie teatrali e scenografi di rilievo, senza trascurare l’impegno assiduo in vari progetti di poesia, prosa e danza. Recentemente si è dedicata soprattutto all’indagine sulle potenzialità linguistiche ed espressive della pittura. Scrive di lei Elena Bordignon: “Prima di iniziare l’atto del dipingere o, se vogliamo, di finalizzare la sua pratica, l’artista si approssima agli oggetti con un’attitudine contemplativa, dipingendo molto più di ciò che è visibile”. Prosegue l’artista stessa: “Con la mia pittura non racconto in maniera figurativa, non sono interessata a descrivere in modo realistico gli oggetti, ma è come se li citassi, nominando alcune parti dei frammenti.” Una pittura essenziale e di pochi tratti, che racconta il ricordo e l’ombra di ciascun oggetto presente nello studio dell’artista… o “magari il segno che ha lasciato sul mobile, la polvere, o il frammento di quella volta che è caduto”.
 

 

Beatrice Meoni, Intermezzi, 2016, olio su tavola, cm 20×30
 
 

Mirco Marchelli

Mirco Marchelli (Novi Ligure, 1963) è sicuramente una delle personalità più originali e anticonformiste nel panorama attuale dell’arte contemporanea italiana. Le sue opere, come scrive il critico d’arte Marco Meneguzzo, “sono pure opere di pittura, travestite da oggetto, da concentrato di storie che, per la natura stessa della forma di questi lavori, appaiono come storie personali, interiori se non proprio intime, di una fanciullezza lontana, quella fanciullezza da giocattolo di legno”… Mirco Marchelli raccoglie nella sua casa di Ovada centinaia di oggetti diversi che poi conserva anche per anni, aspettando il momento magico in cui trasformarli con l’ausilio del colore in qualcosa di diverso, di nuovo e sorprendente.
Abbiamo scelto di collocare nel grande e luminoso bagno di Francesca alcune opere di piccolo formato, in particolare della serie “Casette”: sono libri e breviari, ricoperti di pigmenti e cera, trasformati dall’artista in opere d’arte compatte, misteriose, elegantissime.
Un buon esempio di come non dobbiamo trascurare il bagno, quando si tratta di collocare quadri o sculture, purché ovviamente si tratti di opere che non temono l’umidità e il calore.
 
 

Mirco Marchelli, Casette n.100, 2001, libri, tempera e cera, cm 18x25x4